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Biguanidi

I biguanidi più comunemente usati sono:

  • Clorexidina: è il principale rappresentante, questa distrugge G + e G – (compresa P. aeruginosa) ma è inefficace sui micobatteri e sulle spore. Agisce disorganizzando la struttura della membrana citoplasmatica. E’ attiva anche in presenza di proteine sieriche. Si utilizza in soluzione allo 0,1% su pareti, pavimenti, mobili, ecc. e allo 0,5-1% sulla cute.
  • Picloxidina: usata in combinazione con l’ammonio quaternario sulle superfici.
  • Idrocloruro di poliesametilene (PHMB): usato nelle piscine. 

Composti fenolici

Alla famiglia dei composti fenolici appartengono numerosi disinfettanti (fenoli, cresoli e xilenoli) che si ottengono per distillazione del carbonfossile o, più recentemente, per sintesi chimica. Da diversi anni il fenolo (sinonimi: acido carbolico, acido fenico) è quasi completamente decaduto negli impieghi pratici della disinfezione. Nel passato il fenolo grezzo (miscela naturale di cresoli e fenoli) veniva comunemente impiegato alla concentrazione del 3-5% ed a caldo.

Altrettanto comunemente veniva impiegata la “miscela di Laplace”, ottenuta mescolando lentamente acido fenico grezzo e acido solforico in parti uguali. Il composto, diluibile solo quando completamente freddo, veniva utilizzato alla concentrazione del 5% con un'attività antimicrobica molto superiore al fenolo grezzo.

Il cresolo (o cresolina) è probabilmente il prodotto più facilmente reperibile sul mercato. Data la sua affinità con i grassi, è particolarmente efficace nella penetrazione dello sporco organico.
I disinfettanti catramosi sono divisibili in due gruppi, entrambi addizionati con saponi provenienti da olii vegetali o resine:
  1. preparati contenenti i derivati fenolici a basso peso molecolare (isomeri del cresolo e dello xilenolo);
  2. preparati contenenti, in aggiunta ai costituenti fenolici, proporzioni variabili di idrocarburi catramosi e di olii neutri. Il 1° gruppo è definito «solubile», il 2° « emulsionabile ».
    Sotto il profilo organolettico, e a bassa concentrazione, i disinfettanti solubili formano in acqua soluzioni chiare mentre gli «emulsionabili» formano in acqua torbidità lattiginose. La sua azione si esplica reagendo con le proteine denaturandole.
Caratteristiche:
  • il cresolo si presenta come un liquido scuro oleoso all’apparenza. E’ composto dal 50% di oli aromatici e cresoli; questi ultimi sono la sostanza attiva e sono presenti in concentrazione compresa tra il 17 e il 18%. Il resto è costituito da acqua e tensioattivi (detergenti) che hanno il compito di disperdere la parte attiva nell’acqua di diluizione;
  • il cresolo puro è una sostanza oleosa insolubile in acqua.
Compatibilità:
  • in genere, questi composti, non danno problemi di compatibilità con altre sostanze.
  • il prodotto non deve mai venire a contatto con gli alimenti e l’acqua potabile.
Stabilità e sicurezza:
  • a causa di alcuni problemi di sicurezza, il cattivo odore persistente e la tendenza a macchiare le superfici, questi prodotti non devono essere utilizzati per la disinfezione degli interni. E' preferibile utilizzarli per la disinfezione di muri esterni e cortili, luoghi in cui viene depositata l’immondizia, tubature fognarie e tombini, ecc.;
  • questi prodotti sono tossici; seguire attentamente le raccomandazioni d’uso riportate sull’etichetta.
Modalità e concentrazioni d’uso:
  • il prodotto disponibile sul mercato viene usato in soluzione acquosa al 5% (mezzo litro di prodotto in 10 litri di acqua), sulle superfici piane, la soluzione può essere distribuita con un annaffiatoio, una spugna o uno spazzolone. Sulle pareti o attrezzi è consigliabile distribuirlo con una pompa irroratrice;
  • i piccoli oggetti si possono disinfettare per immersione dopo aver preparato la soluzione in un catino o in una bacinella;
  • essendo insolubile in acqua, questo prodotto, quando diluito, forma una emulsione di olio in acqua (piccole gocce oleose sospese in acqua). Pertanto, l’aspetto della soluzione durante l’uso, sarà di un liquido biancastro, lattiginoso.

Acidi e basi

Gli acidi e/o basi comunemente usati sono:
  • Acido Acetico: è disponibile in drogheria come aceto bianco distillato, ad una concentrazione standard del 5%.
  • Acido Salicilico: usato per la conservazione degli alimenti.
  • Acido Lattico: azione disinfettante sulle forme vegetative. Può essere impiegato nelle sterilizzacoltelli, in soluzione al 2% a 45°C oppure al 5% a 20°C, come metodo equivalente alla disinfezione con acqua a 82°C.
  • Acido Muriatico:
    • Caratteristiche:
      • la soluzione di acido è molto efficiente nella rimozione di depositi calcarei dovuti al ristagno o al gocciolamento di acqua.
    • Modalità e concentrazioni d’uso:
      • disponibile sul mercato in soluzioni comprese tra il 5 e il 10%;
      • leggere la concentrazione sull’etichetta; per legge, questa deve sempre essere dichiarata;
      • per l’applicazione diluire  in soluzione all’1% (non usare acqua calda) e applicare alle superfici da disinfettare. Risciacquare abbondantemente con acqua alcuni minuti dopo l’applicazione.
    • Compatibilità:
      • l’acido muriatico è altamente corrosivo nei confronti dei metalli; evitarne il contatto prolungato.
    • Norme di sicurezza:
      • La soluzione di acido muriatico concentrato sviluppa gas irritanti; evitare di respirarli direttamente.
      • E’ corrosivo; evitare il contatto diretto con gli occhi o la pelle.
      • Durante la preparazione della soluzione, non versare mai l’acqua sull’acido ma il contrario; l’acido nell’acqua.
      • In caso di contatto, risciacquare immediatamente e abbondantemente con acqua e contattare il medico.
      • Manipolare le soluzioni indossando guanti di gomme e occhiali di sicurezza.
      • Non miscelare mai l’acido muriatico con l’ipoclorito (candeggina); si sviluppano gas tossici.
  •  Acido Solforico e acidi minerali in genere: questi acidi (acido solforico, nitrico, cloridrico, fosforico, ecc...) possiedono una buona attività battericida nei confronti di molti microrganismi (eccetto i micobatteri). L’associazione acidi-alcoli è sporicida. Gli acidi sono caustici nei confronti dei tessuti e aggressivi nei confronti di molti materiali.
    L’acido fosforico si presenta denso e fortemente igroscopico.
    Norme di sicurezza: nelle operazioni di diluizione bisogna evitare di versare acqua nell’acido, poiché possono verificarsi violente reazioni fortemente esotermiche. Il fenomeno non avviene quando si versa gradualmente l’acido nell’acqua.
    La miscela di Laplace viene ottenuta mescolando, in parti uguali, acido fenico grezzo e acido solforico. Tale miscela può essere poi diluita per l’impiego (5%) solamente quando è completamente fredda. La miscela di Laplace, più attiva delle soluzioni di fenolo grezzo, è indicata nelle disinfezioni dei ricoveri animali, ma è controindicata nelle disinfezioni dei laboratori o industrie alimentari, poiché emana uno sgradevole odore di fenolo.
  • Idrossido di Sodio: comunemente conosciuto come soda caustica (NaOH), in soluzione ha la capacità di sciogliere lo sporco grasso trasformandolo in sapone facilmente risciacquabile (saponificazione); l’aggiunta alla soluzione di uno spruzzo di detersivo per lavare i piatti a mano ne aumenta l’efficienza. L’idrossido di sodio, e a volte l’idrossido di potassio (KOH), è l’additivo caustico della maggior parte dei detergenti per i lavori pesanti, come i forni o le fognature.
    • Modalità e concentrazioni d’uso:.
      • la soluzione di soda caustica preparata con acqua ad almeno 60 °C è estremamente efficiente come antibatterico, va diluita all’1-2% (max 5%);
      • se si aggiunge latte di calce al 5% si ottiene il duplice vantaggio di potenziarne l’azione disinfettante e di rendere visibile, per colorazione, il trattamento eseguito;
      • per la preparazione di una soluzione a base di soda caustica si consiglia di procedere come segue: in un secchio contenente mezzo litro di acqua fredda aggiungere mezzo bicchiere di soda caustica in gocce o in soluzione e un cucchiaio da cucina di detergente liquido per piatti. Agitare la soluzione fino a completa dissoluzione dei componenti, aggiungere 4 o 5 litri di acqua bollente e applicare sulle superfici da pulire e disinfettare con spugne, stracci o scope. Lasciare agire per circa mezz’ora e risciacquare abbondantemente con acqua;
      • rinnovare la soluzione nel secchio ad ogni applicazione; nel caso la si volesse conservare per una applicazione successiva, proteggerla dal contatto diretto con l’aria per mezzo di un coperchio o di un foglio di plastica;
      • un detergente da forno è un buon sostituto per tutte le pulizie che necessitano soda, ad esempio: per una pentola con il fondo bruciato la soluzione più semplice è quella di applicare uno spray per la pulizia del forno e lasciarlo agire, dopo che la parte bruciata è stata rimossa, è importante sciacquare a fondo ogni residuo di detergente. Dato che il prodotto è caustico, sciacquate con aceto (un acido debole) per neutralizzare ogni piccolo residuo, fatto ciò, potete tranquillamente pulire con un detergente e sciacquare per togliere ogni residuo di aceto. L’uso dell’aceto non è strettamente necessario, dipende dalla grandezza della bruciatura e dalla quantità di detergente caustico impiegato.
    • Compatibilità:
      • la soda è molto corrosiva nei confronti dell’alluminio e dell’ottone. Il rame in genere è resistente, mentre l’acciaio inossidabile è corroso solo da soluzioni bollenti di soda (sconsigliato). Soluzioni forti non tamponate di NaOH non dovrebbero essere usate per pulire l’alluminio, dato che il forte pH scioglie la patina protettiva di ossidi;
      • la soda caustica reagisce con l’anidride carbonica atmosferica neutralizzandosi e quando viene applicata sulle superfici in sottile velo di soluzione acquosa, il contatto con l’aria ne abbassa rapidamente il pH facendo perdere alla soluzione le sue proprietà e, dopo circa un’ora, potrebbe non essere più in grado di svolgere il compito di disinfezione.
    • Norme di sicurezza:
      • La soda caustica è classificata come corrosiva.
      • Durante la preparazione della soluzione e l’applicazione indossare guanti di plastica e occhiali di sicurezza.
      • In caso di contatto con gli occhi e la pelle, risciacquare abbondantemente con acqua e consultare il medico.
      • Durante la preparazione della soluzione versare prima l’acqua e poi la soda; mai il contrario.
      • L’aceto è efficace per neutralizzare l’idrossido di sodio che viene a contatto con la pelle, ma se la soda arriva sino ai vostri occhi può causare bruciature serie o addirittura cecità.

Aldeidi

Le aldeidi agiscono provocando l’alchilazione dei gruppi polari delle proteine (denaturazione). Tra le piu importanti citiamo:
  • Formaldeide Rappresentante più importante delle aldeidi era largamente utilizzata (in forma gassosa per gli ambienti chiusi o in sol. acquosa al 35%) per il vantaggioso rapporto costo/beneficio e per l’ampio spettro: azione battericida, fungicida e sporicida. L’azione disinfettante allo stato gassoso è fortemente ostacolata dalla presenza di materiale organico. In questi ultimi anni è meno usata per l’azione caustica su cute e mucose, per la permanenza di residui nell’ambiente e per la sospetta cancerogenicità. Lo stato gassoso è ottenuto usando formelle a lenta autocombustione oppure miscelando permanganato di potassio e formolo in grandi recipienti (la reazione chimica genera spruzzi e schiumosità). Per ogni m3 di ambiente confinato si usano: potassio 20 g, formolo 30 ml, acqua fredda 20 ml. In primo luogo si immette nel recipiente il permanganato, poi il formolo diluito con acqua. Se è stata rispettata tale successione di manualità, all’operatore rimane  il tempo sufficiente per uscire dal locale, prima che si liberi il gas di formaldeide. Per un’azione efficace si richiedono tempi d’esposizione prolungati.
  • Formalina Soluzione acquosa al 40% di formaldeide viene usata solitamente diluita in acqua al 2,5%. Ha una spiccata azione battericida, sporicida, virulicida e fungicida, ma per tempi molto prolungati di contatto. In associazione con alcool è ritenuta un ottimo agente contro i micobatteri. Purtroppo già a basse concentrazioni è irritante per le mucose (congiuntivali e respiratorie), mentre a concentrazioni più elevate è caustica e tossica. Un potere disinfettante maggiore della formalina e privo degli spiacevoli effetti collaterali è posseduto dalle sue soluzioni saponose (lisoformio). La soluzione saponosa, da usarsi al 2,5%, è ottenibile sciogliendo g. 50 di sapone di potassa in 1 l d’acqua e aggiungendo g. 20 di formalina. Se del caso, per neutralizzare l’azione irritante o caustica della formalina, si può ricorrere all’ammoniaca. La reazione chimica dà origine alla esametilentetramina (urotropina). 
  • Glutaraldeide  Dialdeide con un ampio spettro ed un’elevata rapidità di azione si trova solitamente in commercio sotto forma di liquido color ambra, a pH acido. Una soluzione opportunamente alcalinizzata di glutaraldeide distrugge i batteri vegetativi, comprese le specie più resistenti, nel giro di l’, la maggior parte dei virus in l0’, le spore batteriche in 3 ore. Allo 0,5% manifesta un’eccellente attività contro la crescita di miceti, lieviti e spore di muffe. Per effetti letali antimicrobici essa viene usata in soluzione alcalinizzata al 2%.
    La glutaraldeide ha un’attività microbica e sporicida superiore alla formaldeide (è tra i più efficaci agenti contro i micobatteri) col vantaggio di esser molto meno tossica, pur potendo provocare, in taluni casi, dermatiti da contatto. Mantiene la sua spiccata attività anche in presenza di elevate quantità di materiali organici nel substrato; non possiede attività corrosive nei confronti dei metalli, gomma, vetro, ecc; è stabile alla luce ed al calore. Il grado di attività antimicrobica della glutaraldeide dipende molto dal pH della soluzione, è elevato a pH alcalino ma trascurabile a pH acido. L’optimum di attività microbicida si manifesta a pH 7,5-8,5.L’aumento di temperatura della soluzione esalta l’attività microbicida della glutaraldeide.
    Le forme polimeriche della dialdeide vengono liberate e quindi attivate in soluzione alcalina a temperatura ambiente o in soluzione acida molto calda. Tuttavia le soluzioni alcaline sono molto meno stabili di quelle acide, proprio a causa delle reazioni di polimerizzazione, che avvengono a valori di pH più elevati, con una corrispondente perdita di attività antimicrobica.
    Le consistenti diminuzioni dell’attività antimicrobica (ad esempio nei confronti delle spore batteriche) della glutaraldeide attivata e mantenuta in deposito per un certo tempo, vengono direttamente correlate con la diminuzione della concentrazione di aldeide libera. Per l’uso pratico la glutaraldeide è disponibile acida in soluzione al 2%, cui viene aggiunto, prima dell’uso, un “attivante” per elevare il pH a circa 8. Tale soluzione è efficace al massimo per 14 giorni dalla data di “attivazione”, dopodiché deve essere scartata a causa della sua ormai marcata perdita di attività antimicrobica.
    Recentemente sono state prodotte glutaraldeidi più moderne e più stabili associate a “potenziatori d’attività» per pH inferiori. Tali "potenziatori» in genere sono quaternari di ammonio o anfoteri che danno origine ai disinfettanti sinergici largamente utilizzati in situazioni ad elevato rischio igienico (presidi medico-chirurgici).

Composti "Tego"

L’impiego dei composti "Tego" è molto diffuso nei paesi anglo-americani. Si tratta di saponi anfolitici (anfotensidi), cioè di aminoacidi ad alto peso molecolare. Questi composti hanno trovato vasto impiego come disinfettanti sia nell’industria alimentare che negli allevamenti zootecnici, sia nelle disinfezioni ambientali che in quelle "a ciclo chiuso".

Caratteristiche:
  • azione ad ampio spettro, poiché, già a basse concentrazioni, inattivano Gram + e Gram-, miceti e virus (particolarmente quelli a grande e media molecola forniti di envelope), non sono attivi contro le spore batteriche, i micobatteri mostrano una moderata sensibilità;
  • dotati di spiccata adesività alle superfici trattate, di eccellente potere «bagnante» ed emulgente, di effetto deodorante pur essendo di per sé inodori, di una buona penetrazione;
Compatibilità:
  • la presenza di materiale organico o di sudiciume nel substrato non compromette la loro attività, non mostrano aggressività nei confronti dei materiali trattati.
Modalità e concentrazioni d’uso:
  • la concentrazione comune d’uso è l’l %;
  • la temperatura di trattamento è da ritenersi sui 50-60°C per tempi di esposizione relativamente brevi (5-10"), a temperature inferiori il composto mantiene buona efficienza, ma per tempi d’esposizione più lunghi;
  • dopo il trattamento è necessario un buon risciacquo per eliminare il film residuale del tensioattivo.
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